Nel giorno di San Valentino dell’anno 2025, tra la portavoce del Ministro degli Esteri russo Marija Zacharova e il Vice Presidente degli Stati Uniti J.D. Vance sembrano sbocciare gemme odorose di affinità elettive. Forse anche a loro insaputa, ma si sa: l’amore è cieco.
Zacharova ha attaccato il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella per quanto da lui detto nella prolusione tenuta a Marsiglia durante la cerimonia di consegna della laurea honoris causa. Un discorso alto, di grande respiro, con un senso drammatico delle vicende politiche del nostro tempo. Uno dei discorsi più impegnativi pronunciati in Europa negli ultimi mesi, che noi abbiamo riportato integralmente. Zacharova ieri ha detto che “è strano e folle sentire invenzioni così blasfeme dal Presidente dell’Italia, un Paese che sa in prima persona cosa sia veramente il fascismo”. Chissà se la più nota e fotogenica portavoce russa abbia adeguatamente riflettuto sulle parole che ha pronunciato. Non sarà mica che, proprio in virtù del fatto che noi siamo un “Paese che sa in prima persona cosa sia veramente il fascismo”, noi siamo in grado di riconoscerlo subito, il fascismo, anche se dovesse aggirarsi nelle strade di Mosca, dopo che la gloriosa Unione Sovietica ha dato milioni di morti per contribuire a sconfiggerlo nella Seconda Guerra Mondiale?
Sempre ieri il Vice Presidente Vance (degli Stati Uniti, non della Federazione Russa), nel suo discorso alla 61° Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, non ha voluto essere da meno della Zacharova negli attacchi all’Europa. Ha detto che le minacce all’Europa non provengono soprattutto dalla Russia o dalla Cina (come noi ingenuamente riteniamo) bensì sorgono dal suo interno. Ebbene, secondo il Vice Presidente Vance (degli Stati Uniti, non della Federazione Russa, lo ribadisco perché potrebbero nascere dei fuorvianti fraintendimenti) in Europa sussisterebbe un deficit di libertà di parola, l’informazione sarebbe mistificatoria, saremmo soggetti a censura e disinformazione. Con lodevole coerenza, avrebbe anche redarguito gli organizzatori della Conferenza per non aver invitato anche i partiti populisti di destra e di sinistra.
L’agenzia ANSA ci informa che, sulla base di quanto riferito dall’emittente pubblica tedesca Zdf, il Vice Presidente Vance (sempre degli Stati Uniti, non della Federazione Russa) ha incontrato la leader del partito tedesco di estrema destra AfD, Alice Weidel, in un hotel di Monaco fuori dalla sede della Conferenza sulla Sicurezza. In Germania si vota tra otto giorni.
Noi continuiamo a provare emozione e gratitudine nel vedere i cimiteri di guerra americani, noi che abbiamo finora avuto la fortuna di non vivere le tragiche guerre europee. Vaste distese di croci bianche ci ricordano l’estremo sacrificio di giovani ragazzi statunitensi venuti in Europa a sconfiggere il nazismo e il fascismo. Nessuno può chiederci di applaudire gli americani che oggi vengono in Europa a sostenere gli eredi di quel nazismo e di quel fascismo.
Chi scrive si sente uno scarto della storia davanti a un mondo in cui i disinformatori accusano gli altri di disinformare, in cui i liberatori dal nazismo sostengono oggi i loro nostalgici epigoni, in cui gli eredi della “grande guerra patriottica” sovietica contro i nazisti ripercorrono oggi in Ucraina le medesime strade dell’aggressione, della devastazione, della deportazione.
Se il declino della democrazia e della libertà della vecchia Europa sarà inesorabile, che almeno sia vissuto con la solenne dignità che merita. È una questione di onore, ci ricorda oggi Giuliano Ferrara sul Foglio: “abbandonare, tradire, consegnare il popolo ucraino a chi ha distrutto le sue case, ha deportato i suoi bambini, ha cercato di sradicare la sua allegria e il suo coraggio, vuol dire disonorare sé stessi e il mondo”.
Possiamo essere sconfitti, ma non saremo né arresi né indegni.
Il marconista di bordo