Nacque nel 1929 a Glasgow, città industriale per antonomasia, la “seconda città dell’Impero britannico” nell’era della regina Vittoria e di re Edoardo, città che divenne poi uno dei principali centri finanziari del regno. Iniziò la sua carriera di professore universitario a Manchester, altra culla dell’industria e del pensiero liberista inglese. Ha percorso le strade del mondo dell’insegnamento universitario, una sorta di viandante che insegna filosofia morale: università di Leeds, dell’Essex, di Oxford; la Brandeis University, la Boston University, il Wellesley College, la Vanderblit University, la Yale University, la Duke. E infine Notre Dame. Un lungo cammino nel pensiero e nella gioventù anglosassone.

Nacque anglicano, divenne ateo e marxista, si convertì al cattolicesimo. Saulo si convertì sulla via di Damasco, Alasdair MacIntyre lo ha fatto incontrando la filosofia di San Tommaso d’Aquino.

In un mondo individualista o collettivista, predicò il comunitarismo, per poter arrivare alla “costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale possa essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale abbiano la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e di oscurità”.

Abbiamo avvertito, nella sua filosofia morale, l’essenza di una concezione del mondo e della vita nella quale l’uomo è una persona, non un individuo, e la società è una comunità, non un collettivo.

Alasdair MacIntyre è morto il 21 maggio 2025.

Il marconista di bordo