Belfast è un film del 2021, con sceneggiatura e regia di Kenneth Branagh, il cui talento viene confermato in questa pellicola girata in bianco e nero, con la significativa eccezione di qualche frame a colori quando si tratta di una scena in teatro. Anche i riflessi della scena sugli occhiali di una protagonista sono a colori: istante di magia molto belli.

Siamo, appunto, a Belfast, nel giorno di Ferragosto del 1969. Gioia, ragazzini che giocano, comunità in festa. Un bambino biondo, Buddy, torna a casa: lui è il principale protagonista, si tratta dello stesso regista da bambino. E mentre cammina si scatena l’inferno: sassate, bastoni, catene, vetri spaccati, bombe, auto date alle fiamme. Sono i quartieri cattolici messi a ferro e fuoco dai protestanti, e il Governo decide di schierare l’esercito per tenere sotto controllo la situazione.

Il papà di Buddy lavora in Inghilterra e torna casa nei weekend. Buddy viene tirato su dalla mamma e dai nonni. D’altra parte “metà irlandesi sono fatti per emigrare, e l’altra metà per avere nostalgia dei migranti”.

Nuove tensioni scoppiano tra i cattolici e i protestanti a Belfast: questi ultimi saccheggiano le strade abitate dai cattolici, sfasciano e rubano tutto. “Ora in questa città comanda la gente come me” dice uno dei bulli a capo delle bande di protestanti che hanno fracassato tutto il fracassabile. Non si può più vivere nell’odio di Belfast: tutta la famiglia finisce per trasferirsi a Londra.

Grande recitazione del bambino Buddy (l’inglese Jude Hill), bella la mamma (Caitríona Balfe, modella e attrice irlandese), brava come sempre la nonna (l’attrice inglese Judi Dench). Inquadrature teatrali, cieli meravigliosi.

Bel film “dedicato a tutti quelli che se ne sono andati, a tutti quelli che sono rimasti, e a tutti quelli che si sono persi”, premiato con il premio Oscar 2022 per la migliore sceneggiatura originale.