Sono già trascorsi cinque anni da quando è uscita la serie televisiva svedese intitolata Califfato, diretta da Goran Kapetanovié (nato a Sarajevo, e successivamente trasferitosi in Svezia) e con la sceneggiatura di Wilhelm Behrman e Niklas Rockström (entrambi svedesi). Cinque anni durante i quali si è confermata l’inquietudine del Paese scandinavo davanti alla penetrazione jihadista e alla minaccia terroristica, e la reazione altrettanto pericolosa dell’estremismo svedese di destra.
La Svezia è terra di immigrazione, anche dalle aree più instabili del Medio Oriente, ed è soggetta come molte altre nazioni europee ai processi di indottrinamento e di radicalizzazione del terrorismo jihadista.
Tanto che negli anni successivi all’uscita della serie TV (venne trasmessa nel 2020), il livello della minaccia terroristica in Svezia è rimasto a livelli importanti, e tra le reazioni conseguenti più estreme vi è stata anche quella dei roghi del Corano, stigmatizzata da tutto il mondo musulmano.
La storia si svolge tra la Svezia e la Siria, tra Stoccolma e Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico, che nel frattempo per fortuna non c’è praticamente più, ma allora voleva diventare il punto di riferimento della riscossa jihadista, voleva farsi “Stato”, rinverdendo l’idea del califfato.
Protagoniste “positive” sono due donne, una svedese (poliziotta) e una siriana, che vuole fuggire dall’inferno jihadista e rifugiarsi in Svezia. Nel mezzo altre giovani donne musulmane già residenti da almeno una generazione in Svezia, ora indottrinate dagli estremisti, e alla fine vengono convinte a raggiungere le “meraviglie” della vita a Raqqa, mentre altri tramano per un attentato in terra svedese. L’indottrinamento che subiscono si fonda sulla strumentalizzazione terroristica delle condizioni di vita dei palestinesi a Gaza, nonché sulla diffusione sapientemente orchestrata di video nei quali i presunti “veri” musulmani dell’organizzazione terroristica di DAESH sgozzano uomini fedeli al regime siriano di Assad: sembra un monito per tutto quanto è accaduto nella Striscia e a Damasco, e sta tuttora accadendo, dopo qualche anno dalla messa in onda della serie televisiva.
Radicalizzazione dei più giovani, fanatismo propalato nelle nostre società democratiche e liberali, jihadismo, minaccia terroristica, violenza sulle donne musulmane: una serie televisiva da vedere e su cui riflettere.