L’abbaglio, film uscito quest’anno e diretto dal regista siciliano Roberto Andò, ci riporta alla Sicilia della Spedizione dei Mille, di Garibaldi e dei Borboni, in perfetto parallelismo con la riproposizione della serie televisiva del Gattopardo. E la conclusione del film mostra lo stesso scetticismo sull’opera compiuta, sottolineando subito la delusione per quanto si sta realizzando rispetto alle aspettative e alle speranze di coloro che hanno combattuto nel Risorgimento. Un abbaglio, dunque?
In verità il film, oltre a confermare la bravura di Salvatore Ficarra e di Valentino Picone nei panni di due improbabili e divertenti volontari garibaldini, si incentra sulla figura del colonnello Vincenzo Giordano Orsini, militare molto apprezzato da Giuseppe Garibaldi tanto da affidargli la guida della rischiosissima manovra diversiva per ingannare l’esercito borbonico e consentire all’Eroe dei due mondi di puntare verso Palermo quasi senza ostacoli.
Il colonnello Orsini, interpretato con la consueta bravura da Toni Servillo, rappresenta il rigoroso combattente per gli ideali dell’indipendenza e dell’unità nazionale. Si scontra con i Borboni, e con una Sicilia ambigua, allusiva, verrebbe da dire gattopardesca, che a lui non piace per nulla. E ha a che fare con il duo Ficarra (nel film interpreta Domenico Tricò) e Picone (Rosario Spitale) che, appena possono, disertano dai Mille, poi vengono ritrovati e nuovamente arruolati per compiere la difficile e cruciale missione che attende il colonnello Orsini.
Tricò e Spitale sono l’emblema dell’italiano truffaldino, simpatico e imbroglione, un po’ menefreghista e un po’ (paradossalmente) eroe. Orsini è l’idealista, l’ufficiale tutto d’un pezzo.
Dopo molti anni, un lungo tempo durante il quale l’Italia diventa unita e indipendente, mentre del duo Tricò/Spitale non se ne è saputo più nulla, i tre protagonisti del film si ritrovano. “Povera Italia … che abbaglio” esclamerà Vincenzo Giordano Orsini. I titoli di coda subentrano sulla celebra aria del “Va’ pensiero” che conclude la pellicola. Non so quanti se ne ricordano, ma in quel brano del Nabucco, tra le parole musicate da Giuseppe Verdi, ci sono anche quelle che dicono “Oh mia Patria, sì bella e perduta!”. Un abbaglio, dunque.