Il Parlamento Europeo, giovedì scorso, ha approvato le modifiche proposte dalla Commissione al meccanismo UE di adeguamento del carbonio alle frontiere (in inglese carbon border adjustment mechanism – CBAM), incluse nel piano di semplificazione “Omnibus I”, presentato dalla Commissione il 26 febbraio 2025.

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è lo strumento comunitario per equiparare il prezzo delle emissioni di carbonio pagato per dai produttori dell’UE soggetti al sistema di scambio di quote di emissione, a quello dei beni importati. L’obiettivo è anche incentivare una maggiore ambizione climatica nei paesi extra UE e scoraggiare la delocalizzazione delle imprese.

“Il CBAM è uno strumento fondamentale per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e incentivare l’azione per il clima al di fuori dell’UE – ha spiegato il relatore Antonio Decaro (S&D, IT) -. Accolgo quindi con favore la decisione del Parlamento di non riaprire altre disposizioni della normativa. Questo approccio ci consente di semplificare le procedure per le imprese senza smantellare o indebolire il meccanismo. Continueremo a lavorare con rapidità per garantire certezza giuridica a tutti gli operatori coinvolti.”

I deputati UE hanno adottato modifiche tecniche al regolamento, a fini chiarificatori, e sostenuto l’introduzione di una nuova soglia minima di 50 tonnellate per l’applicazione della tassa, esentando così circa il 90% degli importatori, principalmente piccole e medie imprese e privati, che importano quantità ridotte di prodotti soggetti al CBAM. L’obiettivo ambientale del meccanismo resta comunque invariato, poiché il 99% delle emissioni totali di CO2, legate per lo più alle importazioni di ferro, acciaio, alluminio, cemento e fertilizzanti, continuerà a essere coperto dalle regole.

Per le importazioni interessate, le misure mirano a semplificare il processo di autorizzazione per i dichiaranti (cioè chi importa merci soggette al CBAM), rendere più agevoli i calcoli delle emissioni e la gestione delle passività finanziarie, rafforzando al contempo le disposizioni contro gli abusi.

Il Parlamento UE è ora pronto ad avviare i negoziati con il Consiglio per concordare la versione definitiva delle norme.