A diciannove anni dalla sua uscita (2006), il film O’ Jerusalem del regista francese Élie Chouraqui si conferma una buona pellicola ma non un capolavoro. L’inizio non ci è parso eccelso, immerso in un’atmosfera sicuramente spensierata come quella della New York del dopoguerra (1946), ma va detto che gli attori non fanno nulla per far apparire la loro vita un po’ più realistica.

Il film decolla con lo svolgersi della storia, che racconta la nascita dello Stato d’Israele e la conseguente immediata guerra degli Arabi contro gli Ebrei. Il regista si è ispirato ad un libro che costituisce uno dei punti di riferimento per chi vuole approfondire quegli anni in Palestina, ovvero il saggio storico Gerusalemme! Gerusalemme! di Dominique Lapierre e Larry Collins.

Pur in una dimensione corale, il fulcro della trama ruota intorno alle vicende di due giovani (uno arabo e l’altro ebreo) la cui amicizia nasce a New York, entrambi vengono richiamati in Palestina o dalle loro famiglie o dal destino del loro popolo. Entrambi vanno in Palestina per combattere, e combatteranno anche l’uno contro l’altro, sempre con un tenue filo di amicizia e umanità che li lega nonostante i drammi, i lutti e le lacrime.

La trama si dipana attraverso il voto sulla partizione della Palestina all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i difficili accordi tra organizzazioni rivali ebraiche (l’Haganah e gli estremisti dell’Irgun), la proclamazione dello Stato d’Israele, la battaglia per Kastel, il massacro di Deir Yassin compiuto dall’Irgun, l’interruzione da parte degli Arabi dell’unica strada che collega Tel Aviv a Gerusalemme, il blocco arabo della Città Vecchia di Gerusalemme, il lungo cammino a piedi degli Ebrei che portano a spalla i viveri ai connazionale assediati a Gerusalemme, la battaglia di Latrum, l’attacco dei Giordani agli ebrei a Gerusalemme prima della scadenza dell’ultimatum inglese per il cessate-il-fuoco.

L’attore che ci è piaciuto di più è Ian Holm, che interpreta un visionario ed eccentrico Ben Gurion, il primo Presidente di Israele. Ma come recita il titolo del film, la grande protagonista è proprio Gerusalemme: “Gerusalemme è la nostra speranza, noi siamo la nostra speranza” dice Ben Gurion.

L’odio sembra sostituire l’amicizia, l’amico arabo ripete ai suoi combattenti che “gli ebrei non si arrenderanno mai”. Ma c’è sempre spazio per la speranza: “Il giorno prende sempre il posto della notte”, ci dice una combattente ebrea sul punto di morte.

Niente di epocale, ma un buon film da vedere in un tempo come quello attuale in cui l’odio continua, dopo oltre settanta anni da quei fatti.