Tredici candidati si sono misurati con il voto dei polacchi nel primo turno delle elezioni presidenziali la scorsa domenica 18 maggio. Al ballottaggio del 1° giugno ci saranno Rafat Trzaskowski e Karol Nawrocki.
Trzaskowski, sindaco di Varsavia, appartiene a Platforma Obywatelska (Piattaforma Civica), il partito centrista ed europeista del premier Donald Tusk che a Bruxelles aderisce al Partito Popolare Europeo. È stato sostenuto da Koalicja Obywatelska (Coalizione Civica), un’alleanza elettorale di matrice europeista a cui appartengono, oltre a Piattaforma Civica, anche i socialdemocratici di Inicjatywa Polska (Iniziativa polacca), i liberali di Nowoczesna (Moderna) e gli ambientalisti di Partia Zieloni (Partito Verde). Al primo turno Trzaskowski ha ottenuto oltre 6 milioni di voti, pari al 31,36%.
Nawrocki, indipendente, è sostenuto dal partito della destra populista Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia) del Presidente della Repubblica uscente Andrzej Duda. Il partito è stato egemone nella Polonia degli ultimi quinquenni, fino a che gli europeisti di Piattaforma Civica hanno vinto le ultime elezioni parlamentari. Il 18 maggio Nawrocki ha ottenuto il 29,54% dei consensi.
Il vantaggio di Trzaskowski sull’avversario è pari a soli due punti percentuali, poco più di 350 mila voti, e al ballottaggio tutto può ancora succedere: si pensi soltanto che per gli altri undici candidati si sono espressi 7,6 milioni di polacchi. Inoltre, i due partiti di estrema destra, quindi ancora più a destra di Prawo i Sprawiedliwosc, hanno raccolto insieme il 21% dei voti: difficilmente, al secondo turno, questi elettori confluiranno sul candidato europeista.
Una curiosità “geo-elettorale”: il candidato populista ha vinto nei voivodati più vicini al confine con Bielorussia e Ucraina, mentre l’esponente europeista in quelli più vicini alla Germania e al resto dell’Europa.
Il marconista di bordo