Sono quattro i registi della miniserie televisiva spagnola del 2022 Privacy, ovvero Jorge Torregrossa, Ben Gutteridge, Koldo Almandoz e Marta Font Pascual, e sei sono le donne protagoniste. Una miniserie fortemente caratterizzata dalla presenza e dalla sensibilità femminile, la cui titolazione originale (Intimidad) sembra più appropriata di quella dal sapore legalistico e giuridico con cui viene diffusa in Italia. Il tema delle otto puntate non rimanda infatti solo ad un generico ancorché legittimo diritto alla privacy, si tratta della violazione dell’intimità della vita di una donna, di una violenza interiore consumata su di lei, a prescindere dal ruolo sociale o civile che essa svolge nella società contemporanea. Può trattarsi di un’operaia o di una vice-sindaco, di una persona comune come di una nota e in vista nella comunità cittadina. Non importa quale sia la ragione o la presenza di eventuali mandanti: la violazione dell’intimità altrui non è un fastidio, bensì una vera e autentica violenza.
Siamo a Bilbao, la capitale dei Paesi Baschi spagnoli immersa spesso nelle tonalità del grigio, e le storie delle sei donne protagoniste finiscono per intrecciarsi.
C’è Malen, interpretata dall’attrice e cantante spagnola Itziar Ituño, un’ambiziosa e parecchio antipatica donna impegnata in politica, per la cui carriera è pronta a sacrificare molto dei suoi affetti (il marito Alfredo, da cui è separata, non sembra proprio in grado di essere alla sua altezza), ma che alla fine si batte per i diritti delle donne vittime della violenza psicologica del maschilismo. C’è Leire, la figlia di Malen e Alfredo, un’adolescente irritante e provocatoria (come gran parte degli adolescenti), non sempre in grado di gestire e controllare la sua rabbia. C’è Ane (interpretata da Verónica Echegui), operaia in una fabbrica di Bilbao, e sua sorella Begoña. C’è l’ispettrice di polizia Alicia, appartenente alla comunità delle LGBT, e Miren, la cinica manovatrice del partito a cui appartiene Malen.
La trama porta all’evidenza gli effetti della divulgazione sui social media di video raffiguranti donne mentre compiono atti sessuali. A Malen si vuole stroncare la carriera politica, per Ane non c’è nessun altro movente se non il trucido “divertimento” di vederla nuda sul proprio cellulare. Per Malen le cose si raddrizzano, per Ane si spalancano le acque dell’oceano per inghiottirla in un suicidio disperato.
Gli uomini, ad esclusione dell’ex marito Alfredo, sono tutte figure un po’ miserabili o ciniche. Cinici sono gli imprenditori della città che ordiscono l’agguato sessuale a Malen con la complicità addirittura del suo stesso amante, un figlio di papà (anch’esso imprenditore), un buono a nulla che fallisce tutte le sue attività continuando a sperperare il patrimonio del padre facoltoso. Cinici sono i compagni di partito di Malen, ormai alla vigilia delle elezioni comunali. Miserabili sono gli operai, gli impiegati e almeno parte della classe dirigente della fabbrica dove lavorava l’altra vittima della diffusione di video sessuali, Ane: falsi, vigliacchi, menefreghisti, ammiccanti, sghignazzanti.
Il tutto in una Bilbao immersa in intrighi politici ed economici, nella quale la proiezione di video pruriginosi scatena l’interesse dei media. La miniserie ha un ritmo a volte un po’ lento, ma è da vedere.