“Alcuni in Europa potrebbero sentirsi frustrati da Bruxelles. Ma siamo chiari: se non è Bruxelles, allora sarà Mosca. È una vostra decisione. Questa è geopolitica. Questa è la storia”.
Così parlò due settimane fa il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco di Baviera. Sono parole adeguate al momento storico che stiamo vivendo, come non è più in grado di pronunciare il Presidente degli Stati Uniti.
In questa ora così buia, allorché gli aggrediti vengono pubblicamente villaneggiati e gli aggressori pubblicamente elogiati, due frasi drammatiche rimarranno impresse nella memoria degli uomini liberi, entrambe rivolte dal Presidente Zelensky ai Vertici americani. Quando tre anni fa, mentre le divisioni corazzate russe invadevano il suo Paese e gli Americani offrivano a Zelensky il loro aiuto per fuggire, lui rispose: non voglio un taxi, voglio armi per combattere. E quando ieri il nuovo Presidente e il nuovo Vice Presidente degli Stati Uniti lo bullizzavano in diretta televisiva, rinfacciandogli che non ha carte in mano, lui ha risposto: non sono qui per giocare a carte.
“Non sono qui per giocare a carte”. Questa è storia. Queste sono le parole di un uomo all’altezza della storia.
Mentre il Presidente degli Stati Uniti si immagina sulle spiagge di Gaza a bere cocktails, senza nessun palestinese intorno ad infastidirlo, e mentre il Presidente della Federazione Russa finisce il lavoro iniziato da Washington oltraggiando anche lui pubblicamente Zelensky e definendolo nient’altro che un “porco”, il Governo di Londra prende un’iniziativa.
Nelle ore più drammatiche del Novecento per la democrazia e la pace in Europa, quando le tenebre si addensavano sui cieli delle libertà e dei diritti umani, Londra è sempre stata avanti nella guida delle democrazie. Lo fece nella Prima Guerra Mondiale, lo fece nella lotta al fascismo e al nazismo, lo fece nella Seconda Guerra Mondiale, lo fece nella lotta al comunismo sovietico. Churchill parlava del destino dei popoli di lingua inglese.
Domani, domenica 2 marzo, Londra ha convocato i Paesi europei. Sarà presente anche la Turchia. Tema all’ordine del giorno: la difesa europea e la tragedia ucraina.
Saranno in grado prendere quelle decisioni adeguate ad un’ora così dura per la storia europea, e di fornire ai cittadini delle democrazie liberali quelle parole di speranza e di civiltà che gli Stati Uniti non sono più capaci di pronunciare al resto del mondo?
Accendiamo i vecchi apparecchi, e sintonizziamoci su Radio Londra.
Il marconista di bordo